“Nella scelta dei loro balocchi gli uomini sono irrazionali come i bambini.” (R. Kipling, Kim) – Due recentissimi eventi ci raccontano ancora una volta le enormi contraddizioni nel Grande Gioco della Storia che verrà.
È stato infatti presentato a Stoccolma il Sommario per i policymakers del Working Group 1 (‘Le basi scientifiche del cambiamento climatico’) del V Assessment Report (AR5) dell’Intergovernmental Panel for Climate Change (Ipcc)…
Editoriale – Ottobre 2013
di Giancarlo Manfredi
…All’AR5 hanno contribuito oltre 200 autori principali, 600 autori contributori e 50 curatori, oltre a 1.500 revisori di tutto il mondo, il solo WG1 di circa 2.200 pagine.
Questa la sintesi che ne fa Maria Cristina Facchini (Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima – Consiglio nazionale delle ricerche ), che è tra i lead author del volume: “Il nuovo rapporto conferma le tendenze sui cambiamenti climatici in atto. […] In particolare l’aumento della temperatura dell’atmosfera e degli oceani, l’incremento del livello del mare e la diminuzione dell’estensione e del volume del ghiaccio terrestre riscontrati sin dal 1950. Molti di questi fenomeni non hanno precedenti su una scala temporale che va dalle decine di anni ai millenni. Per quanto riguarda le temperature atmosferiche, ciascuno degli ultimi tre decenni è stato più caldo dei precedenti e il primo decennio del 21° secolo è stato il più caldo dal 1850. Dall’inizio del 20° secolo la temperatura media del pianeta è cresciuta di 0.89 °C, mentre il livello del mare è cresciuto in media di 19 cm. Inoltre, i ghiacciai dell’intero pianeta stanno perdendo massa e la copertura di ghiaccio dell’Artide sta diminuendo.”
Alle parole della dottoressa Facchini fanno eco quelle di Sandro Fuzzi, in qualità di review editor del volume: “La concentrazione di biossido di carbonio nell’atmosfera è cresciuta di più del 20% rispetto al 1958 e di circa il 40% dal 1750”, precisa. “È probabile al 95-100% che le attività antropiche, uso dei combustibili fossili e deforestazione, abbiano causato più della metà dell’aumento di temperatura osservato, che a sua volta ha causato il riscaldamento degli oceani, lo scioglimento dei ghiacci, l’acidificazione degli oceani, l’innalzamento dei mari e l’intensificarsi di alcuni fenomeni estremi nella seconda metà del 20° secolo. […]“Le emissioni di gas serra stanno causando cambiamenti climatici in tutte le aree del pianeta, anche se non in misura uniforme, molti dei quali persisteranno per secoli. Per arginare questo circolo vizioso occorrono urgenti e importanti riduzioni delle emissioni di CO2 e degli altri gas serra.”
In un suo recente articolo Sergio Castellari, del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, IPCC Focal Point per l’Italia, commentando una serie di valutazioni giornalistiche sulla presunta fine del riscaldamento globale, ha precisato come: “Le proiezioni climatiche, infatti, mostrano che entro la fine di questo secolo la temperatura globale superficiale del nostro pianeta probabilmente raggiungerà 1,5 gradi oltre il livello del periodo 1850 – 1900. Senza serie iniziative mirate alla mitigazione e alla riduzione delle emissioni globali di gas serra, l’incremento della temperatura media globale rispetto al livello pre-industriale potrebbe superare i 2 gradi e arrivare anche oltre i 5 gradi Celsius.”
E’ chiaro che divulgare una ricerca scientifica così complessa come quella sulla crisi climatica non è cosa semplice e, soprattutto, utilizzare come riferimento le variazioni di breve periodo potrebbe rivelarsi un grave errore di valutazione, almeno se si vuole comprendere un trend secolare: così persino una pausa nella crescita della temperatura media globale superficiale non cambia il rischio di un riscaldamento sostanziale della Terra entro la fine di questo secolo e ricercatori e giornalisti non dovrebbero puntare al clamore momentaneo bensì a produrre evenienze e risultati validati costantemente.
Tuttavia oggi i dati sono a disposizione di tutti ai fini del cosiddetto “Fact Checking” ed è sufficiente consultare siti istituzionali come quello del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) o del NSIDC (National Snow and Ice Data Center) predisposto al monitoraggio della criosfera per trovare riscontri e approfondimenti…
“Era seduto, in barba alle ordinanze municipali, a cavallo del cannone Zam-Zammah che su un basamento di mattoni fronteggiava il vecchio Ajaib-Gher, la Casa delle Meraviglie, come gli indigeni chiamano il museo di Lahore. Chi detiene Zam-Zammah, il «drago sputafuoco», tiene il Punjab, e quel gran pezzo di bronzo verde è sempre stato la preda più ambita dal conquistatore.” (R. Kipling, Kim)
… Ma, nel frattempo, la corsa allo sfruttamento dei combustibili fossili quali principali motori dell’economia mondiale non si arresta, anzi viene rilanciata dai piani nazionali statunitensi basati sulle nuove tecniche di fracking o di estrazione del petrolio dagli scisti bituminosi come pure dai piani russi di sfruttamento dei depositi di gas e idrocarburi presenti nei fondali di un Oceano Artico ormai sempre più libero dalla copertura glaciale.
Tant’è che l’associazione ambientalista Greenpeace ha inviato la sua nave Arctic Sunrise con destinazione la piattaforma petrolifera Prirazlomnaya, in una missione per sensibilizzare l’opinione pubblica.
Ora, dovremmo chiederci se difendere l’Artico significa essere pirati: l’equipaggio di Greenpeace è stato infatti abbordato dalle guardie di confine russe mentre si trovava nelle acque internazionali del Mare della Pečora, in pieno Oceano Artico.
A dirla tutta diversi attivisti, come loro pratica, avevano cercato di salire a bordo della piattaforma petrolifera (che opera per la società russa Gazprom, la più grande compagnia di estrazione di gas al mondo) e in risposta la loro nave è stata abbordata dalle forze di sicurezza russe calatisi a bordo con le corde dagli elicotteri.
Al momento l’Artic Sunrise si trova nel porto di Murmansk e contro i militanti è stata avanzata un’ipotesi di reato per pirateria e spionaggio (per le quali, in Russia, sono previste pene detentive fino a 15 anni di carcere).
Secondo il New York Times, le accuse agli attivisti “sono un segno della volontà russa di agire in maniera più ferma contro tutti i tentativi che potrebbero indebolire i piani ambiziosi del presidente Vladimir Putin di estendere le esplorazioni energetiche nella regione”, accusa alla quale il presidente russo avrebbe risposto sostenendo che, sebbene sia “assolutamente chiaro” che i militanti ecologisti non siano pirati restano comunque persone che hanno infranto le norme internazionali e, anche se Greenpeace International ha respinto le accuse, sulla sua nave sarebbero state “ritrovate” apparecchiature elettroniche il cui uso e scopo non è tuttora chiaro…
“Non credo esista un mezzo di trasporto più veloce dell’immaginazione; così come non penso esista un propellente più efficace di questa per spingere la nostra libertà al di fuori di noi stessi. Un uomo seduto che legge non sta fermo e concentrato nella lettura, tanto più è alle prese con un viaggio nelle profondità cosmiche di se stesso, più veloce delle navi spaziali immaginate da Stephen Hawking. Come se la velocità si fosse cristallizzata in assenza di movimento.” (Pierluigi Cappello)
Se fosse possibile viaggiare, nel tempo e nello spazio, sarebbe altamente istruttivo (e un po’ inquietante) procurarsi un’edizione illustrata sulla Storia del pianeta Terra del XXI secolo.
Scopriremmo, tra le altre cose, che:
1) I documenti indirizzati ai governi, dell’IPCC già spiegavano che il riscaldamento dell’aria, degli oceani e del suolo era “inequivocabile” e che il rallentamento del fenomeno negli ultimi 15 anni non dimostrava molto, perché si trattava di un periodo troppo breve per valutare l’andamento nel lungo termine delle temperature.
2) Da metà del XX secolo in poi erano stati osservati cambiamenti climatici estremamente rapidi e sebbene esistessero fenomeni naturali noti per il loro contributo sul riscaldamento globale (in positivo quanto in negativo), gli scienziati già sostenevano che “I trend basati su periodi brevi sono influenzati dai dati raccolti all’inizio e alla fine e non riflettono di solito i trend nel lungo periodo sul clima”.
3) In tali rapporti si sosteneva piuttosto che al raddoppiare dell’anidride carbonica le temperature potevano aumentare tra 1,5 e 4,5 °C. ciò grazie a nuovi modelli previsionali oltre ad una serie più accurata delle registrazioni su base planetaria: la maggior parte dell’energia prodotta dal riscaldamento globale veniva comunque assorbita dagli oceani il cui livello poteva continuare ad aumentare a velocità crescenti in funzione dello scioglimento dei ghiacci.
4) Gli esperti dell’IPCC si dicevano essere sicuri “al 95 per cento” che le attività umane fossero la “causa dominante” nei processi di riscaldamento del pianeta e che lo erano state almeno a partire dagli anni Cinquanta del Novecento (nel 1995 il livello di certezza era pari al 50 per cento, nel 2011 al 66 per cento, e nel rapporto del 2007 al 90 per cento).
5) Che i rapporti spiegavano come, se si fossero continuate a emettere grandi quantità di gas serra, come l’anidride carbonica prodotta dalla combustione dei combustibili fossili (carbone, derivati del petrolio, ecc), si sarebbero potuti verificare nuovi cambiamenti nel sistema climatico con gravi conseguenze per gli ecosistemi e che, per evitare questi cambiamenti l’IPCC raccomandava l’adozione di nuove soluzioni che portino a una “riduzione sostanziale e cospicua delle emissioni di gas serra”.
Tuttavia le scelte di chi decideva la politica energetica mondiale di quell’era, andavano in una ben differente direzione e chi non concordando protestava era considerato alla stregua di un pirata: il “Grande Gioco”, come lo avrebbe definito Kipling (e chiamato dai russi il “Torneo delle ombre”) era appena tornato di moda…
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