“Perché non gli spariamo contro centocinquanta testate nucleari e lo facciamo in mille pezzi? ” (dal film Armageddon) – Ovvero le aspettative (per il futuro) non sono solo un calcolo attuariale…
“Nel caso del terrorismo, il posto più pericoloso dove vivere è nel Medio Oriente. Nel caso di un impatto, il posto più pericoloso dove vivere è lungo un litorale esposto dove potrebbe raggiungervi uno tsunami prodotto dall’impatto stesso. Se fossi un attuario che vende assicurazioni, per la morte dovuta a un asteroide o al terrorismo pagherei circa lo stesso premio per entrambi. La sola differenza è che con il terrorismo dovrei pagare una piccola quantità ogni anno. Con un asteroide, ce ne andremmo tutti insieme e io non sarei più in giro per pagare.” (Alan W. Harris )
A quanto pare gli astronomi hanno appena rilevato un nuovo pianetino (del diametro di circa 410 metri) in rotta di collisione con il nostro pianeta.
Il rendez-vous è previsto per il 26 agosto del 2032, sebbene va subito precisato che il rischio di una collisione diretta è considerato dagli scienziati “residuale” con una probabilità di 1 su 63 mila…
Il nuovo oggetto N.E.A.R. è stato catalogato con la sigla 2013 TV135 e classificato col il valore 1 su 10 sulla scala di pericolosità denominata “Torino”, cosa che lo pone nella condizione di essere monitorato con attenzione.
Quella delle meteore che possono colpire il nostro pianeta, penetrando nell’atmosfera fino ad arrivara al suolo è in realtà un’occorrenza quasi quotidiana, sebbene solo di recente si sta iniziando a porsi la domanda se anche gli eventi di minore portata (non quelli di livello estintivo!!!) siano da considerare un rischio dal quale la nostra civiltà debba premunirsi.
Tra le attività che possiamo considerare far parte della prevenzione possiamo sicuramente menzionare la missione “NEAR” della NASA: la sigla sta per “near earth asteroid rendez-vous” e si tratta di una missione spaziale varata nel 1994 dall’ente spaziale americano per studiare asteroidi vicini alla Terra, in particolare Eros, con lo scopo di studiare la composizione, la struttura e l’origine degli asteroidi e meteoriti che potrebbero collidere con la Terra.
Ma, al di là di soluzioni ancora a venire, se non fantascientifiche, persino i satelliti per le previsioni meteo possono diventare sentinelle utili per sorvegliare i meteoriti: lo dimostra uno studio, realizzato da un gruppo di ricercatori dell’Universita’ del Colorado e pubblicato sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas) e realizzato dopo l’evento che, lo scorso febbraio, ha visto un meteorite esplodere nei cieli della città russa di Chelyabinsk.
L’obiettivo finale, naturalmente è di evitare un minimo di preallarme nel caso di eventi meteoritici come quello ormai famigerato che avvenne a Tunkguska nel 1908, un impatto, che se fosse avvenuto in aree urbane avrebbe avuto conseguenze catastrofiche.
Nel frattempo però dobbiamo sapere che proprio un altro satellite artificiale sta per rientrare (senza controllo) nell’atmosfera: secondo quanto dichiarato dal responsabile della missione, durante la recente conferenza scientifica Living Planet, dovrebbero sopravvivere al rientro in atmosfera circa 250 chilogrammi di detriti suddivisi in diversi rottami.
Anche questa volta la valutazione del rischio dipende (ovviamente) da dove cadranno tali componenti; tranquilli, il rapporto percentuale tra superficie terrestre coperta dal mare e disabitata con quella abitata gioca a nostro favore, tuttavia fino a pochi istanti prima dell’evento sarà impossibile determinarne le località d’impatto…
Insomma, l’unica cosa che dovremmo verificare è se le nostre coperture assicurative coprono i danni di tali malaugurati inconvenienti futuri e, nel frattempo augurarci che uno shutdown della politica economica mondiale, causato da qualche mancato accordo sui finanziamenti pubblici, non si metta di traverso bloccando le forniture di servizi pubblici considerati non primari (come la Nasa !!!)…
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