1501800_10151884864266840_1906957469_n“La vita è solo un’ombra che cammina, un povero commediante che si pavoneggia e si dimena per un’ora sulla scena e poi cade nell’oblio: la storia raccontata da un idiota, piena di frastuono e di foga, e che non significa nulla” (Shakespeare (Macbeth atto5, scena 5)  – Siamo ancora capitani della nostra anima ?

Cosa sta succedendo sul pianeta Terra negli ultimi giorni dell’anno 2013?

pokersLa prima impressione è quella di assistere ad un dramma teatrale che si snoda attraverso diversi piani narrativi: nel primo vi è una stanza, un divano e un televisore acceso dal quale un inappuntabile oratore è intento a negare l’essenza stessa della realtà, nel secondo una fumosa bisca dove cinici individui stanno giocando una partita a poker, scommettendo tra di loro gli ultimi scampoli di futuro, nel terzo livello, infine, vi è la guerra civile che attraversa le strade di una metropoli in piena decadenza.

Ma, attenzione: lo spettacolo del quale stiamo parlando è anzitutto uno spettacolo della mente (dove ciascuno è protagonista) e lo schermo televisivo, la bisca clandestina e gli scontri di piazza sono solo componenti scenografiche di cartapesta.

Il problema vero è che quello che si sta recitando è un copione (apparentemente) riscritto, di scena in scena, da una regia aliena, distante e invisibile: non c’è nessuna “governance”[1] di processo, ovvero, nelle parole del “grande bardo,” non significa nulla.

Verso quale epilogo potrà mai condurre tutta questa storia?

In un recente editoriale, il giornalista Massimo Gramellini  (inconsapevolmente?) cita il filosofo Nietzsche[2] parlando di questo periodo storico e asserendo: “…come sempre nella storia l’ignavia della democrazia avrà prodotto i forconi su cui si isseranno le prossime dittature.”

Come dargli torto: tragedia o parodia, nelle commedie più scadenti è purtroppo facile prevedere uno scontato finale.

1328Abbiamo però dalla nostra una grande risorsa (troppo spesso sottovalutata), una sorta di intelligenza condivisa che si chiama Cultura: prendete ad esempio la “Commedia dell’arte”, quella forma di antico spettacolo che fa dell’improvvisazione, a partire da uno scarno canovaccio e da personaggi stereotipati, la sua unica regola.

Va bene, quale è allora la nostra regola, quella da seguire per uscire da tutta questa “nebbiosa” situazione?

Certamente non l’improvvisazione: se lo chiedete a me vi direi che è piuttosto la creatività che deriva dall’abbandono del pregiudizio, dall’osservazione spassionata della realtà, dall’accettazione di prospettive diverse.

Non a caso lo psicologo James Hillman sostiene, nel suo libro Il codice dell’anima, che “Ciò che conta è la passione, e la passione può avere un valore predittivo del talento e diventare una forza motivazionale più efficace di altri più consueti parametri.”

Un po’ come quando si scopre un reame alternativo, nel fondo di un armadio o nella tana del bianconiglio che sia: serve solo una chiave per accedere.

La complessità delle esperienze che stiamo vivendo deriva piuttosto dall’accettazione passiva di ben altre regole: non è più comodo accogliere un’interpretazione semplice, per quanto mistificante, della realtà?  Non preferiamo, forse, delegare ad altri la decisione su quanto rischio valga la posta in gioco?

Queste “cattive abitudini” conducono però ad un unico finale, una sanguinosa scena corale di guerra dove ogni attore è solo comparsa in una battaglia che non è la sua, almeno non più di quanto lo sia una rissa scoppiata per accaparrarsi ai saldi l’ultima versione del nuovo “smartphone”.

Invece dovremmo cercare di metterci alla ricerca continua di un senso a tutte le esperienze personali, per quanto complicate esse siano, diventando infine registi in scena e dirigere così al meglio delle nostre potenzialità quella breve ora sul palco, quel piccolo/infinito spazio (anzitutto mentale) che (forse ancora per poco) potremo governare.

“In quella parte del libro della mia memoria dinanzi alla quale poco si potrebbe leggere, si trova una rubrica la quale dice Incipit Vita Nova.” (Dante)

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[1] Insieme dei princìpi, dei modi, delle procedure per la gestione e il governo di società, enti, istituzioni, o fenomeni complessi, dalle rilevanti ricadute sociali. (dall’enciclopedia Treccani)

[2]L’umanità una volta che è ridotta a gregge ha un solo desiderio: ritrovare l’animale capo.”