“Viviamo tutti sotto il medesimo cielo, ma non abbiamo tutti lo stesso orizzonte.” (K. Adenauer) Il tempo scorre e le decisioni intraprese hanno sempre una valenza sul futuro. “Difficile da prevedere esso è” sosteneva un vecchio amico, ma è solo una questione di tempo…
Immaginate se, a ogni scelta (o non scelta) generassimo una differente linea temporale, il più delle volte imprevista e imprevedibile, della quale tuttavia saremmo, in qualche modo che non è dato di capire bene , gli autori.
La narrazione (fantascientifica) di un simile modello (della vita) identifica il fenomeno (la visione?) attraverso una serie, ipotetica ed infinita, di universi paralleli, alcuni vicini e straordinariamente simili, altri invece radicalmente diversi e distanti ogni oltre immaginazione.
In ciascuna di queste realtà alternative il nostro ruolo potrebbe essere differente, eroe protagonista, gregario, antagonista, traditore, comparsa o, nel peggiore dei casi, quello di un “giovane guardiamarina che indossa una maglietta rossa”.
Uno scenario che, umanamente, fa venire le vertigini e che possiamo anche cercare di negare su basi razionali a posteriori, vuoi per paura, vuoi per fanatismo ideologico o per semplice mancanza di fantasia.
Rimane il fatto che, di fronte alla complessità caotica della vita, le responsabilità delle azioni che compiamo (o decidiamo di non affrontare) come pure quelle per i giudizi che sentenziamo, non passeranno senza conseguenze.
E la domanda finale, che tutti noi ci poniamo, è: ma vedremo (vivremo?) ancora al cinema o in televisione o sulla rete internet (o, perché no, dal vero) una nuova avventura dell’astronave Enterprise, del suo capitano e del suo fedele equipaggio, in una qualsiasi delle incarnazioni future essa possa venir mai raccontata?
La risposta è si, tuttavia solamente in un sottoinsieme definito tra gli infiniti universi possibili: a chi tocca lanciare i dadi?
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