Luglio-2016“Il cambiamento è una legge della vita. E quelli che guardano solo al passato o pensano solo al presente sono certi di perdersi il futuro.” (John F. Kennedy) – E con questo fanno 50. Di che stiamo parlando? Ovviamente della saga di Star Trek, che festeggia mezzo secolo di avventure stellari, uno spazio-tempo sufficientemente lungo per iniziare a riflettere,con una discreta precisione, sull’ecologia del futuro…

Luglio2016-3«Oggi gli scienziati definiscono la swarm intelligence come “la proprietà di un sistema, in cui il comportamento collettivo di agenti (non sofisticati) che interagiscono localmente con l’ambiente produce l’emergere di pattern funzionali globali nel sistema”.» (Massimo Temporelli)

Ci siamo quasi.
A giorni sta per uscire il prossimo film della saga – il terzo prodotto da JJ Abrams – che si prospetta originale (o, perlomeno, action movie in linea con i gusti cinematografici contemporanei), ripresentando un cast di bravi attori ormai ben affiatati tra loro e diretti da un regista, Justin Lin, che ha dimostrato sensibilità verso il mondo del fandom.
E ancora, una serie televisiva prevista per il prossimo anno della quale iniziano a trapelare alcuni nomi dei produttori, ovvero di chi scriverà le storie e si spera in un prodotto con un minimo di originalità e creatività.
Ed infine, superato (si spera) lo scoglio della causa legale in materia di copyright, dovrebbero riprendere i lavori del fan film Axanar, che ha dimostrato, nel suo preludio, di essere un prodotto artistico di grande qualità e coinvolgente.
Dovremmo dunque essere contenti, ed eccitati, per questo anniversario e per il fatto di essere qui a festeggiarlo, con un occhio alla tradizione (possiamo tranquillamente anche parlare di retaggio, se non eredità culturale) e uno al presente (forse all’insegna più del concetto di “fun” che non dell’impegno sociopolitico mascherato da fantascienza).
Così non riesco a non vedere la fortissima metafora, implicita nel trailer di questo nuovo film, uno “sciame” di macchine spaziali che distrugge l’astronave Enterprise… ma, del resto il titolo stesso, “Star Trek – Beyond”, è un esplicito invito ad andare (e, attenzione, non a passare) oltre.

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“Cadi sette volte e rialzati otto.” (Proverbio giapponese)

E’ cosa universalmente nota che le mode culturali vanno e vengono, dopo un periodo di fulgore, passano per così dire la mano, salvo poi ritrovare, a distanza di anni, un loro fascino “vintage”.
Così è anche per il videomito di Star Trek, sebbene una strana tribù di seguaci ne sia rimasta fedele sostenitrice e custode, all’insegna della bandiera utopistica della Federazione dei Pianeti Uniti.
Purtroppo il mondo reale che ha ispirato tutta una cosmogonia fantastica, quella inventata da Gene Roddenberry, non esiste più, sostituito da nuove generazioni di problemi planetari, per le quali servono nuove metafore, scenari e schiatte di eroi.
In fondo è nella natura umana – oserei dire – necessitare di ideali, leader e bandiere da seguire e di una visione.
Quest’ultima possibilmente positiva e, del resto, chi vorrebbe veramente vivere in un ambientazione post-olocausto?
Vedremo quindi come andrà a finire, per tutti i capitani e i loro equipaggi fittizi che calpesteranno il ponte di comando delle nuove astronavi Enterprise,e quale sarà la sorte delle nuove legioni di “svalvolati” (se mai ci saranno), dei fan “storici” e, cosa che forse conta un pochino di più, dell’umanità (quella reale) che viaggia su di un astronave planetaria, la Terra, verso l’ultima frontiera.
Che, come tutti sanno, è il futuro.
Un tempo a venire che si presenta oggi foriero di tempeste che, pur con tutta la conoscenza e tecnologia di questo mondo, ci fanno paura e minacciano la nostra serenità personale al punto che preferiamo voltarci e non guardare.
Il problema vero, quello che sta alla base di tutta l’ecologia del futuro, è però solo umano e riguarda la nostra (poca) volontà nell’affrontare le sfide, nel cooperare onestamente, nel senso (perduto) della comunità, nel riconoscimento del valore (scarsamente diffuso) della fatica, dell’allenamento, dello studio e della preparazione, nella (difficile) ricerca di soluzioni condivise e il più possibile pacifiche.
In breve storia antica che si ripresenta oggi e che verosimilmente condizionerà il futuro.
A meno che il seme culturale di un miglioramento della condizione umana (così tanto presente nell’ingenua e naif saga di Star Trek) riuscirà ad attecchire.

Luglio2016-6“Tra vent’anni sarai più dispiaciuto per le cose che non hai fatto rispetto a quelle che sei riuscito a fare sbagliando. Per questo naviga lontano dai porti sicuri. Esplora, sogna, scopri.” (Mark Twain)

In tutto questo, insieme agli amici della redazione originale del nostro (e vostro) portale preferito, ci siamo interrogati sul futuro di WebTrek Italia.
On-line dal 1998, nelle sue differenti versioni (webzine html, applicazione flash, due differenti release come portale ed infine gruppo Facebook), presente per anni alle principali manifestazioni del fantastico italiano (da Romics ai Giochi Sforzeschi, passando per la Deepcon, l’Apuliacon, etc…), sponsor di iniziative letterarie, partner di Amref italia, prodiga di racconti inediti e giochi, la nostra “fanza” ha raccontato, attraverso i suoi editoriali ed articoli, per oltre 18 anni (!!!) il mondo come visto dal ponte dell’Enterprise.
In questi ultimi tempi ci siamo interrogati se fosse il momento di iniziare a pensare al disarmo della nave e al buon ritiro del suo equipaggio, o sull’opportunità ripartire all’avventura (che anche nella Flotta Stellare di pensionamenti non è aria): è una decisione che dobbiamo ancora prendere. Forse sarà giocoforza tenere duro, come arzilli vecchietti, e legare col fil di ferro e lo sputo le paratie o, magari, è giunto il tempo di passare il comando della nave ad un nuovo team, innamorato dello Star Trek che verrà.
Nel frattempo un giretto dell’isolato si può sempre fare: “Signor Spock, comunichi a tutto l’equipaggio che siamo pronti a partire, Signor Sulu, ci porti fuori, Uhura, frequenze di comunicazione aperte, Chekov attivi i sensori a lungo raggio, signor Scott, pronti con la velocità di curvatura!”

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