“Se devi costruire una nave, non radunare uomini per raccogliere legna e distribuire compiti. Ma insegna la nostalgia del mare infinito.” (Antoine De Saint-Exupéry) – Il tema dell’impresa (n.d.r. che in inglese si traduce col termine “Enterprise”) è collegato alle nuove sfide, collettive o personali, minimali o epocali, prossime o remote che ci troveremo inevitabilmente ad affrontare nel nostro futuro…
“La trasparenza è una coercizione sistemica che coinvolge tutti i processi sociali e li sottopone a una profonda mutazione […] Un mondo che consistesse solo di informazioni e che definisse comunicazione la loro circolazione indisturbata, assomiglierebbe a una macchina…” (Byung-Chul Han)
Benvenuti nel futuro, dunque, un mondo all’insegna della complessità e che pertanto, per essere compreso (ancorché governato) necessita, obbligatoriamente, di riflessioni e di una visione “dall’alto”.
Parliamo di sistemi infatti e dell’insieme costituito tanto dal soggetto osservatore (e creatore del modello) quanto dal modello stesso, laddove ogni componente è solo un singolo elemento di un meccanismo più grande e dove, a farla semplice, la funzione dell’ingranaggio non spiega la finalità del motore.
E questo, a ben pensarci, è diffusamente vero nella nostra società contemporanea, quella che vorremmo fosse una nuova frontiera (del benessere), fondata su modelli di relazioni sociali basati a loro volta sull’integrazione tra persone e tecnologie, tra fruitori di servizi e reti di interconnessione.
Poi però qualcuno si accorge che dietro l’interfaccia touch screen, l’evento che scateniamo con un “click” non si esaurisce in una faccetta sorridente, un una animazione divertente o nel più classico dei “like”.
Perché l’universo della complessità è legato a doppio filo con il caos o, meglio, con l’indeterminazione e con la possibilità di eventi rari e (soprattutto) inattesi.
Così, come per ogni impresa che si rispetti, servono competenza e sacrificio e passione per poter salpare alla volta di uno spazio inesplorato e soprattutto non neutrale.
Attenzione però, questo atteggiamento non è un lusso per élite tecnologiche, ma una necessità dettata dai pericoli che si celano tra le nebbie del futuro: così se parliamo delle reti di comunicazione sociale, dobbiamo essere consapevoli che i pirati (dello spazio virtuale) sono pronti a lucrare sulla passività dei navigatori, a loro volta passibili di manipolazioni e depredazioni.
Il senso della privacy, il valore di contropartita (si dice che “se non paghi un servizio, ciò sta a significare che il prodotto di scambio sei tu!”), il controllo e la memorizzazione di ogni azione, ogni parola, ogni lettura, ogni spostamento che compiamo, sono tutti elementi che nel loro insieme dipingo il quadro generale di un sistema!
Questo nuovo mondo complesso non si basa unicamente sulla produzione di “infotainment” (narrazione e in misura ancora più rilevante di rumore) ma anche (e soprattutto) sul valore della conoscenza.
Di tutto questo, tralasciando l’ovvia presunzione di poter gestire singolarmente la complessità come individui (e sarà un’ardua battaglia riuscirci come collettività), quando ci interfacciamo attraverso i nostri dispositivi dobbiamo, perlomeno, esserne consapevoli.
Ecco, appunto, un piccolo esempio delle imprese che ci attendono: siete pronti?
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