“Bisogna creare lettori, non dar loro solo quello che vogliono.” (Carlos Fuentes) – Oggi vi segnaliamo Falsi Dei, il nuovo romanzo di Francesco Troccoli ed è un buon pretesto per ragionare sulla crisi del settore letterario nazionale…
Carlos Fuentes, il grande scrittore messicano, affrontava spesso il tema del mestiere dello scrittore; sosteneva infatti quanto fosse essenziale colpire, anzi infiammare, l’immaginazione dei lettori.
Oggi, nel nostro Paese, le statistiche ci raccontano di un inarrestabile crollo nel numero dei cosiddetti “lettori casuali” (il 43% della popolazione adulta che legge un solo libro all’anno), ma anche dei “forti lettori” (il 14% della popolazione adulta e che legge almeno 12 romanzi nello stesso arco di tempo).
E’ chiaro, se nella scala dei valori sociali il libro sta scendendo di classifica, possono esserci molti motivi: una mancanza di efficaci politiche scolastiche rivolte ad educare alla lettura, un’inadatta promozione tanto dell’oggetto (il libro) quanto dell’azione (la lettura), pochi incentivi pubblici, responsabilità degli editori (visti come una sorta di club oligopolistico) timorosi di scelte innovatrici…
Sta di fatto che i commentatori parlano ormai di un fenomeno epocale, di “desertificazione dei lettori”, ma forse, alla radice, c’è anche un “problemino” di qualità (e non di quantità) indifferentemente dai generi letterari.
Ma è veramente possibile identificare quale sia l’elemento chiave che caratterizza questa deriva (de)kulturalizzante?
Per rispondere alla domanda vi riporto cosa fa ammettere lo scrittore Francesco Troccoli al protagonista di Falsi Dei , suo ultimo romanzo: “…molti anni più tardi, mi ero dovuto arrendere a quanto radicato fosse in lui il convincimento che nell’impoverimento del linguaggio parlato si riversassero le tracce del processo involutivo che aveva fatto della maggioranza degli esseri umani un’immensa popolazione di schiavi. Oggi so che ha ragione.”
Ecco qui che entra prepotentemente e “a gamba tesa” la narrativa (non a caso fantascientifica) del giovane autore romano (conosciuto ai lettori di WTI per un’inedita intervista in occasione della pubblicazione di Ferro Sette, suo primo romanzo) che oggi ci ripropone una nuova esplorazione avventurosa e speculativa dell’universo immaginario “dove si è perduta la capacità di sognare”.
Falsi Dei è – qui parla il lettore appassionato – un’opera ambiziosa, dove gli originali eroi conosciuti nel primo volume vengono coinvolti in una storia dai contorni epici, la cui conclusione è lo smascheramento di tutta una serie di mistificazioni, sociali e politiche e soprattutto personali.
Fantascienza dicevo, pur tuttavia con uno stile di scrittura meno lineare e più maturo, eroi a tutto tondo, tanti elementi della tradizione più classica (astronavi stellari e nanotecnologie, pianeti perduti e rovine antiche, anomalie spazio-temporali, mutanti ed esoscheletri da combattimento…), tutti artefatti tipici che sono però solo strumentali e non finalità della narrazione: non effetti speciali, ma un vero “velo di maya” che dovrà essere lacerato.
Alla fine tutto si riconduce a questo: se il romanzo, suggestivo e che non demeriterebbe una trasposizione televisiva, ha un pregio certo, è quello di accendere l’immaginazione dei lettori e di coinvolgerli nel suo universo fantastico.
Una “bazzecola” non trascurabile, in una nazione povera di attenzione alla lettura, di innovazione e di esplorazione dei generi, dove gli autori in testa alle classifiche letterarie raramente hanno oggi lo spessore dei Buzzati, Gadda, Pasolini, Calvino di un tempo e dove, alla fine dei giochi, il problema del futuro editoriale non è tanto il “mondo digitale”che si sta diffondendo, quanto lo smarrimento di un (astro)porto sicuro dove far incontrare i nuovi autori e le prossime generazioni di lettori.
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