A scanso di ogni possibile equivoco dobbiamo partire da un presupposto: che il genere Fantasy non è la riedizione del medioevo mittel-europeo con l’aggiunta dell’ingrediente “magia”.Certo, alcuni tratti dell’ambientazione, le scenografie, i costumi (su questo ne riparliamo oltre), persino le tecnologie, ci riportano a tale epoca storica, ma sono piuttosto la traccia narrativa ed i grandi temi a caratterizzare il genere letterario, riprendendo sia la fiabistica anglosassone che le mitologie classiche mediterranee.
Non è infatti un caso se l’autore che meglio incarna (e forse l’unico che potrebbe travalicare il concetto di genere) questa letteratura sia
John Ronald Reuel Tolkien con il suo approccio filologico, laddove l’opera del regista e produttore
Peter Jackson – la trilogia cinematografica de “Il Signore degli Anelli” (oltre al recente “Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato”) – ha reso alla perfezione, sul grande schermo, un capolavoro assoluto, incarnandone lo spirito ma anche l’iconografia che generazioni di
artisti visuali e compositori musicali avevano immaginato nelle loro opere pittoriche e
sinfoniche.E’ chiaro, esistono anche molte altre creazioni di autori originali e creativi (cito solo per esempio, ma l’elenco è lungo, “
Le cronache di Thomas Covenant l’incredulo” di Stephen Donaldson, o “
Discworld” di Terry Pratchett, o ancora “
La legione perduta” di Harry Turtledove per non parlare dei “
Dragonieri di Pern” di Anne McCaffrey, o de “La soglia” di Ursula Le Guin…) e un’infinita varietà di saghe (più o meno fotocopie) che nel tempo hanno anche riscosso un lusinghiero risultato commerciale.
Tuttavia alla lunga il sentore che provano i lettori (almeno quelli non assuefatti) tende a divenire sempre lo stesso: personaggio stereotipati, situazioni cristallizzate (basta rileggersi le
categorie di Propp per ritrovarne la trama), nessun colpo di scena o inversione dei ruoli, in un mondo dove il contesto non è quasi mai verosimile (andateci voi in giro seminudi d’inverno – gli eroi – o a spasso per un bosco con scollature sexy e tacchetti – le eroine – !!!), la magia troppo a buon mercato (si chiama effetto “Deus Ex Machina”) e i cattivi scontatissimi almeno quanto l’inevitabile lieto fine.Per combinazione, se volete farvene un’idea, proprio in questi giorni, sul canale digitale di Rai 4, sono trasmessi gli episodi della serie fantasy “
Legend of the Seeker” (titolo tradotto in italiano (?!?) come “La spada della verità”), libero adattamento di una saga dello scrittore Terry Goodkind, una
fantasy-soap-opera prodotta dal regista Sam Raimi e girata in Nuova Zelanda, proprio come Il Signore degli Anelli.
Ma chissà, forse non è un caso se oggi la terra del fantasy venga universalmente identificata nei panorami di queste isole selvagge, incontaminate, aspre quanto belle, ma soprattutto remote e immaginarie.
Un po’ come prefiguro essere Everas, l’isola mitologica dove si svolge la storia raccontata ne “Gli occhi del male“.
Tutta questa lunga premessa è infatti servita a introdurre il romanzo (avviso ai lettori: è solo il primo volume non autoconclusivo), di Lorenzo Mancieri, un’opera che certamente non si scosta dai canoni (vedi quanto detto sopra) del più classico dei fantasy, ma che nel contempo riesce a mantenere un buon livello di tensione grazie all’originalità dei protagonisti e ad una forma narrativa gradevole e mai introversa.
Certo, gli appassionati dei giochi di ruolo (altro cavallo di battaglia dell’ambientazione fantasy) potranno ritrovarsi senza problemi a scorrazzare con i loro personaggi virtuali sull’immancabile mappa che accompagna il romanzo, tuttavia in questo primo volume la “quest” conduce gli eroi della compagnia (e il lettore) verso inattesi colpi di scena, dilemmi etici personali e una non così scontata fine.
Leggendone le gesta, a tratti viene persino il dubbio che piuttosto di osservare le cronache del barbaro, del mago, dell’elfo e del cacciatore, ritroviamo in Tarkeil, Zelmar, Jael’ghyan e Braywan – i giovanissimi personaggi del romanzo – le passioni, i dubbi, le paure, le speranze che sono propri delle nuove generazioni nel mondo reale: ragazzi che si ritrovano a combattere con forze più grandi di loro e situazioni frutto di una pesante eredità.
Tutto si rifà, insomma, alla lotta per rompere quella sorta di barriera che costringe e limita la nostra nuova società tanto quanto fa l’Anello Verde, il malevolo bosco fatato, che esilia dal mondo esterno le genti dell’isola di Everas…
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